Vi presento ZAVALLONI
- Manuel Moscara Marra
- 1 apr 2016
- Tempo di lettura: 2 min

Gianfranco Zavalloni, maestro, dirigente scolastico ma soprattutto.. ideatore de “La pedagogia della lumaca”.
La sua proposta è quella di intraprendere un nuovo cammino educativo, riflettendo sul senso del tempo educativo e sul bisogno di adottare strategie didattiche di… rallentamento per imparare ad aspettare, a ritrovare i tempi naturali.
Il suo discorso parte da una riflessione sul tempo. Oggi siamo tutti vittime del mito della velocità, nel lavoro, a casa e anche a scuola. Perdere tempo è un vero male in un sistema sociale basato sul profitto immediato e ad ogni costo. Zavalloni, nato, cresciuto e vissuto sempre in una famiglia contadina è agevolato nella riflessione sull’importanza del tempo: la vita di campagna è legata alla natura, a un tempo ciclico, “fatto di semine, attese e raccolti”. Un tempo cadenzato dal succedersi delle stagioni.
L’idea del “perdere tempo”, dell’attendere pazientemente che un ciclo si compia, è propria del lavoro contadino. Nel lavoro dei campi non esistono pause che non portino frutti, il tempo perso in realtà è un tempo naturalmente indispensabile, è tempo di preparazione.
La proposta di Zavalloni è dunque proprio quella di “perdere tempo”, anche e soprattutto a scuola, ribaltare alcune pratiche educative, proporne di nuove.
“Perdere tempo” a parlare, ad ascoltare i ragazzi e le loro storie, a far gustare loro la bellezza della scoperta. “Perdere tempo” a scrivere, con pennino e inchiostro, a disegnare anziché colorare sterili fotocopie, a scrivere lettere e poesie sui fogli di carta e non davanti ad un computer.
“Perdere tempo” a guardare il cielo, ad aprire la finestra e vivere la natura, a passeggiare e conoscere il territorio in cui si vive..a piedi, con i compagni di classe.
Perdere tempo..per guadagnarne in vita.
Scrive Baker nella prefazione al libro di Zavalloni:
“Noi esseri umani non siamo più importanti di una farfalla, di una spiga di grano, di un sasso levigato dal torrente o di un tramonto sontuoso al largo dell’Isola del Giglio... Come è nobile la lumaca che ci insegna, grazie alle belle pagine di questo libro, che lento è bello!”
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